Quest’anno più che mai un colpo di tosse è in grado di allarmare chi lo produce e chi gli sta intorno, soprattutto quando non ne si conosce la causa scatenante. Perché tossiamo? La tosse nasce come riflesso fisiologico volto ad allontanare dall’organismo, oltre che secrezioni catarrali, soprattutto agenti esterni irritanti penetrati nelle vie respiratorie a seguito dell’inspirazione. Comprendiamo, pertanto, come il fine ultimo di tale meccanismo sia liberare le vie aeree da tutto ciò che può ostruirle e, di conseguenza, affaticare o danneggiare gli organi deputati alla respirazione. Tutti i giorni può capitare di tossire per aver inspirato “aria cattiva” (maggiore è l’inquinamento, più frequente è il riflesso della tosse), per il passaggio di cibo attraverso le alte vie respiratorie (ricordiamo il vecchio insegnamento circa il non parlare mentre si mangia), perché siamo soggetti allergici (un soggetto allergico in presenza dell’allergene tossisce e starnutisce ripetutamente in un breve arco di tempo) oppure perché siamo assidui fumatori (il fumo danneggia le alte e basse vie respiratorie ostacolando la clearance mucociliare, in parole povere impedisce la naturale pulizia delle vie respiratorie).
Dal semplice riflesso causato da inconvenienti quotidiani spostiamo, ora, la nostra attenzione sulle patologie causanti la tosse come sintomo, che infiammando gola, trachea, polmoni o bronchi determinano cioè tosse secca o tosse grassa. Che differenza intercorre fra le due? Come è possibile distinguerle? Banalmente si definisce tosse grassa la tosse “produttiva”, ovvero accompagnata dalla presenza di muchi, al contrario della tosse secca o “non produttiva”, caratterizzata invece da assenza di muchi. Quest’anno, a causa del Coronavirus, sembrano esser state perse di vista le altre patologie che possono causare tosse, come ad esempio l’influenza stagionale, bronchiti, tracheiti, polmoniti e sindrome da reflusso gastroesofageo. È possibile distinguere la tosse da Covid-19? Si tratta di una tosse secca, con contemporanea difficoltà respiratoria e di difficile eradicazione con gli usuali protocolli curativi. Solitamente ai primi sintomi di “bruciore alla gola” assumiamo caramelle o sciroppi dalle proprietà lenitive o balsamiche, passando da rimedi naturali come decotti o tisane al miele a terapie che prevedono l’impiego di farmaci antinfiammatori, antisettici, decongestionanti o persino antibiotici nel caso in cui ve ne fosse necessità, e solo una volta accertata l’origine batterica. Se, pur applicando questi accorgimenti e protocolli, la tosse dovesse persistere è necessaria un’attenta e approfondita visita medica, il cui esito non è necessariamente il temuto Coronavirus.