Sono passati più di due mesi da quando, lo scorso 20 febbraio, l’ospedale di Parma accolse Raffaele Cutolo, settantanovenne fondatore della Nuova Camorra Organizzata attualmente detenuto in regime di 41 bis, colpito da una grave polmonite accompagnata da febbre alta. Arrivato nel reparto riservato ai detenuti in condizioni assai critiche, il boss di Ottaviano era stato dimesso dal nosocomio emiliano dopo ben 20 giorni di ricovero, quando le sue condizioni apparivano stabili e non sembrava più in pericolo di vita. Nonostante i miglioramenti, le generali condizioni di salute del proprio cliente hanno ora spinto l’avvocato Gaetano Aufiero a presentare istanza al magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia per ottenere la sospensione dell’esecuzione della pena e l’applicazione degli arresti domiciliari. Cutolo, infatti, dopo 42 anni di detenzione ininterrotta in numerosi istituti carcerari italiani, sarebbe arrivato alla vecchiaia con diverse patologie croniche che, secondo il suo legale, consentirebbero agli organi giudiziari preposti di prendere in considerazione tale eventualità, anche in virtù dell’emergenza sanitaria attualmente in corso nel Paese. La richiesta di Aufiero arriva a seguito di una nota del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che invitava gli istituti di pena a vigilare sulle condizioni di reclusione di quei detenuti affetti da problemi di salute e di età superiore ai 70 anni.
Solo pochi giorni fa, una situazione analoga a quella di Raffaele Cutolo aveva portato i magistrati a concedere gli arresti domiciliari a Francesco Bonura, ex uomo di fiducia di Bernardo Provenzano detenuto presso il carcere di Opera, a Milano, anch’egli in regime di 41 bis. Il ritorno a casa del colonnello di Cosa Nostra, affetto da gravi problemi di salute, non aveva mancato di scatenare polemiche e indignazione nel mondo politico e nella società civile, fatti che avevano portato il Tribunale di sorveglianza a specificare che il provvedimento fosse scaturito dall’applicazione delle normativa ordinaria prevista dalla legge italiana e non, come molti avevano teorizzato, da misure speciali dovute alla crisi sanitaria da Coronavirus.