Gli effetti nocivi della pandemia hanno riguardato non solo aspetti immediati ed evidenti come quelli medici ed economici ma anche aspetti meno conclamati ma ugualmente impattanti come quelli psicologici. La classe degli psicologi si è infatti messa a disposizione del popolo, anche a titolo gratuito, attivando svariate forme di sostegno e di supporto, pur restando esclusa dalle manovre di governo concepite per far fronte alla pandemia. Il Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’Istituto Superiore di Sanità si è occupato dello studio dei fenomeni psicologici connessi alla pandemia fin dalle prime battute, con studi autonomi e collaborazioni. Tra queste ultime è da citare uno studio coordinato dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” il cui obiettivo è stato valutare aspetti quali sintomi dello spettro ansioso-depressivo, ossessivo-compulsivo e post-traumatico da stress. I risultati sono sconcertanti: durante il lockdown sono aumentati i livelli di ansia, depressione e stress. Le donne sono state le principali vittime.
L’importanza del preservare la salute mentale non è stata però ignorata dalla Regione Campania, difatti il 3 agosto del 2020 il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità la legge per lo Psicologo di base, che è stata impugnata dal governo nazionale e sulla quale si attende, il 19 ottobre, la pronuncia della Corte Costituzionale. Proprio ieri, 16 settembre a Salerno, nell’incontro pubblico svoltosi tra l’Ordine degli Psicologi e il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è stato affermato: “Riteniamo che siano superate le eccezioni fatte dal governo – spiega il presidente De Luca – anche perché gli ultimi provvedimenti presi per il Covid prevedono servizi di sostegno di natura psicologica, soprattutto per i giovani, dopo un anno e mezzo di pandemia. Sono qui per ribadire l’impegno della Regione a proseguire sulla linea tracciata con la legge regionale e pensiamo di avviare questo lavoro di convenzioni e assunzioni, presso la sanità pubblica, di centinaia di giovani psicologi, in un momento in cui la figura dello psicologo non è superflua, perché abbiamo situazioni di grande sofferenza, soprattutto nell’area giovanile, dopo un anno e mezzo di sofferenza Covid“.