Orta di Atella non è sicuramente una città a misura di disabili. Questo lo si è capito da come è stata trattata più volte la questione, soprattutto nel recente passato. Per chi è portatore di handicap nella città atellana, infatti, i problemi non si fermano alle sole barriere architettoniche visto che il più delle volte i veri ostacoli sono di natura burocratica o amministrativa. Solamente nel mese di giugno, su 214 richieste per ottenere il bonus disabilità sono state accettate soltanto cinque domande, scatenando l’ira dei richiedenti. Al danno si aggiunge ora anche la beffa. Le famiglie con disabili a carico, infatti, hanno dovuto fare i conti con l’ennesima sorpresa: in seguito all’emergenza epidemiologica non è stata rinnovata la convenzione tra il Comune e l’agenzia che si occupava del trasporto dei disabili. Si tratta di una situazione che ha generato molti problemi non solo agli invalidi stessi, che così non hanno più potuto eseguire le cure e le terapie necessarie per monitorare le loro condizioni di salute, ma anche alle loro famiglie, che hanno dovuto far fronte all’ennesima complicazione della loro quotidianità.
Sul tema interviene Michele Pisano, presidente dell’associazione Bambini simpatici e speciali, che da sempre si occupa di questioni legate ai diritti dei più piccoli, compresi quelli portatori di handicap. “A oggi non sappiamo quale sia il nostro futuro né quello dei nostri figli – sottolinea Pisano – e da parte della triade commissariale non ci è stata data ancora una risposta. Abbiamo chiesto più volte incontri sul tema ma il tutto si è risolto con un nulla di fatto, eppure il trasporto dei disabili dovrebbe essere una prerogativa di chi gestisce le sorti dell’amministrazione comunale”. Il Consiglio di Stato, in una sentenza emessa il 7 aprile scorso, ha dichiarato nulla la sentenza del Tar che stabiliva come gli oneri del trasporto sarebbero dovuti essere di competenza dei centri abilitativi. In poche parole, così come stabilito dall’organo amministrativo, a occuparsi della mobilità delle persone portatrici di handicap devono essere il Comune di residenza e l’Ambito relativo al piano di zona di appartenenza. “Nonostante avessimo ragione – conclude il presidente dell’associazione – non ci è stata data una risposta. Se le nostre richieste per quanto riguarda l’avviamento del trasporto dei disabili non verranno accolte saremo pronti a lanciare una manifestazione di protesta. Le istituzioni devono ascoltarci. Siamo stati lasciati soli e abbandonati in un periodo estremamente difficile per le nostre famiglie”. Nel frattempo, l’associazione ha scritto al Garante dei disabili della Regione Campania, chiedendo l’intervento del Prefetto di Caserta e del ministero dell’Interno per farsi carico della situazione.