Nella ricca giornata odierna del Napoli Teatro Festival Italia l’appuntamento più curioso e originale è certamente la rilettura che Mariangela D’Abbraccio fa della poesia rock di uno tra i più importanti artisti americani dell’ultimo mezzo secolo, nonché uno tra i simboli viventi degli Stati Uniti come tutti vorremmo che fossero davvero. In prima assoluta alle 21 e alle 23 nella Fagianeria del Real Bosco di Capodimonte (con ingresso da porta Miano), infatti, va in scena Bruce Springsteen: come un killer sotto il sole.
Diretto da Francesco Tavassi, con la drammaturgia di Leonardo Colombati, l’autore del monumentale libro omonimo (edito da Mondadori) che raccoglie i testi commentati del rocker del New Jersey dal 1972 al 2017, lo spettacolo propone sul palco una D’Abbraccio impegnata nel dare corpo, anima e voce soprattutto agli aspetti più legati alla poetica sociale ed esistenziale springsteeniana. L’Uomo che tutti – suo malgrado – chiamano Boss, infatti, nel suo vasto lavoro di autore e musicista, ha sempre proposto una visione alternativa e trasversale dell’American Dream, narrandone soprattutto l’altra faccia, quella che riguarda gli ultimi, coloro che troppo spesso ne restano ai margini. Dai primi anni Settanta dell’esordio Greetings from Asbury Park, N.Y. fino al recente Western Stars, infatti, Springsteen ha saputo comporre, attraverso i suoi testi spesso autobiografici, un vero e proprio Grande Romanzo Americano delle illusioni e delle disillusioni, della depressione economica e delle periferie urbane e sociali, degli amori e della voglia di ribellarsi, magari correndo a tutta velocità lungo le highways verso l’orizzonte, col vento tra i capelli e a bordo di una tra le tante automobili immortalate nelle sue canzoni senza tempo.