Una partita senza fine quella tra Regione Campania e Wwf sul prolungamento dell’attività venatoria che, al momento, vede prevalere l’associazione ambientalista. Arbitro dell’incontro è il Tribunale amministrativo regionale, pronto a sospendere il 30 dicembre la delibera emessa il giorno prima dalla Regione, con la quale veniva prorogata di un mese la stagione della caccia al cinghiale e ad altre specie selvatiche. Il Tar deciderà in maniera definitiva il prossimo 26 gennaio ma, nel frattempo, ha dato ragione al Wwf, che aveva chiesto di bloccare il provvedimento regionale emesso “per consentire ai cacciatori di continuare a sparare”, secondo quanto si legge nella nota dell’associazione. In realtà la partita ha avuto anche una sorta di tempo supplementare: la Regione, infatti, ha chiesto al Tar della Campania la revoca del provvedimento sospensivo, motivando tale richiesta col fatto che la proroga dell’attività venatoria sarebbe stata una forma di contrasto alla proliferazione dei cinghiali. Anche in questo caso, però, il Tar ha risposto “no”, confermando la sospensione del prolungamento di un mese della stagione di caccia e rimandando al 26 gennaio la decisione definitiva. Secondo il Tribunale amministrativo il contrasto all’eccessiva presenza dei cinghiali “non appare direttamente riferibile agli scopi e funzioni dell’attività venatoria, dovendosi fare riferimento per il conseguimento di tali peculiari obiettivi a misure dissuasive o repressive, affidate alla strategia di contrasto selettivo tramite strutture pubbliche”. Insomma, non rientra tra i compiti dei cacciatori quello di limitare l’aumento della popolazione dei cinghiali, cosa che spetta agli organismi pubblici preposti.
“Soddisfatto per le decisioni del Tar di sospendere la delibera regionale e respingere la richiesta della Regione di revoca del provvedimento” si dice Piernazario Antelmi, delegato per la Campania del Wwf, che però ha qualcosa da dire sull’atteggiamento dell’ente di palazzo Santa Lucia. “Le motivazioni che hanno accompagnato il nostro ricorso al Tar – prosegue Antelmi – erano, quindi, fondate, così non sembra per quelle riguardanti la richiesta di revoca successivamente presentata dalla Regione Campania. La stessa Regione la mattina dell’8 gennaio ha convocato un tavolo tecnico con le associazioni ambientaliste per discutere di come gestire il fenomeno dei cinghiali, ma il vero scopo era quello di sapere quali erano i motivi del nostro ricorso al Tar. In tarda serata, infatti, ha inviato la richiesta al Tribunale amministrativo di revoca del provvedimento di sospensione. Una velocità incredibile, neanche ci fosse stata un’alluvione o una qualsiasi emergenza”. Ora Antelmi attende con fiducia il 26 gennaio. “Teoricamente, dopo la conferma della sospensione, il Tar dovrebbe darci ragione, ma anche se non dovesse, il prolungamento della stagione venatoria scade il 31 gennaio, quindi – conclude – sarebbe di soli cinque giorni”.