È un colpo durissimo quello inflitto oggi alla criminalità organizzata dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, che hanno messo in manette ben ventisei persone indiziate gravemente di appartenere a due sodalizi criminali operanti a Poggiomarino e nei Comuni limitrofi, in lotta tra loro per il controllo del territorio. Il provvedimento odierno è la conseguenza di una complessa e profonda attività d’indagine condotta tra fine 2016 e febbraio 2020, strutturata anche sul profilo patrimoniale, coordinata dalla direzione distrettuale anti-mafia di Napoli. La faida che si era venuta a creare interessava un clan già noto sul territorio, riconducibile ad Antonio Giugliano di Palma Campania, detto ‘o savariello, luogotenente del clan Fabbrocino detenuto presso il carcere di Nuoro, e un nuovo gruppo criminale nato in seguito alla scarcerazione di Rosario Giugliano, soprannominato ‘o minorenne, a sua volta sicario dello storico clan Galasso. Quest’ultimo (non imparentato con Antonio Giugliano), rientrato a Poggiomarino nel 2016, voleva appunto contrastare l’egemonia imposta dal ras Mario Fabbrocino con il suo nuovo clan, acquisendo il controllo del territorio.
Per riuscire nel suo intento, Rosario Giugliano aveva stretto alleanze con i Batti di San Giuseppe Vesuviano, i Ferraiuolo di Pagani e altri sodalizi criminali dell’Agro nocerino-sarnese. Inoltre, forte dell’ascendenza con il potente clan Moccia di Afragola, pretendeva di riacquisire il possesso di maggiori spazi operativi. Ciò ha provocato diversi scontri violenti con il clan di Antonio Giugliano retto da suo figlio Giuliano Giuseppe Giugliano, il quale era l’obiettivo designato di un agguato effettuato l’11 marzo 2017 in pieno centro a Poggiomarino alla “Caffetteria Giugliano”: il commando del clan rivale capeggiato da Rosario Giugliano, convinto di trovarlo all’interno del bar, aveva esploso dei colpi d’arma da fuoco ad altezza uomo. Le attività investigative hanno permesso di ricostruire l’organico del gruppo criminale condotto da Rosario Giugliano, che per lungo tempo ne ha coordinato le attività dal carcere attraverso la compagna T. C., porta-ordini del ras verso i promotori liberi. Esso era composto, oltre che dallo stesso Rosario Giugliano, dai suoi uomini di fiducia A. M. e C. S., sovrintendenti alle attività illecite nel campo delle estorsioni e del commercio di stupefacenti. La linea intermedia del clan era formata da A. e S. I., che metteva in collegamento i vertici del gruppo e le altre componenti del clan dedite al controllo del territorio e alla vendita della droga, tra cui sono stati identificati G. O., G. N. e G. D. M., braccio destro del sodalizio e incaricati a commettere azioni di fuoco e atti intimidatori.