Il piano del governo Meloni è quello di unificare Spid e Cie “dentro” una app unica in linea con il progetto elaborato dalla Commissione europea che, nel 2024, mira a rendere operativo un sistema comune europeo di identità elettronica. In questa applicazione, immaginata come un wallet per smartphone, saranno disponibili dati personali, tessera sanitarie e tutti i documenti che potranno “viaggiare” in maniera interoperabile in tutta la zona Ue.
Come detto, l’ipotetica nuova Idn (identità digitale nazionale) funzionerà tramite app per smartphone. E qui il governo starebbe incontrando le prime criticità: fare un bando ex novo per una nuova app rischia di allungare i tempi – va ricordato che è in scadenza la convenzione con i provider e si rischia il blocco di Spid – e anche un esborso di più fondi. Si starebbe dunque facendo strada l’ipotesi di utilizzare l’App IO come “piattaforma” per far funzionare il sistema. Al momento sono queste le due opzioni sul tavolo.
A preoccupare il governo anche la scadenza del 23 aprile, data in cui scadono i contratti dello Stato con i gestori dell’identità digitale. Nei giorni scorsi il dg di Agid, Francesco Paorici, ha incontrato le aziende le quali hanno messo nero su bianco le richieste per allungare di qualche mese – fino a giugno – il funzionamento del sistema.