Il 10 aprile ricorre tradizionalmente la festa della Polizia di Stato con la celebrazione dell’anniversario della sua fondazione. Nonostante quest’anno le candeline su un’immaginaria torta siano salite a 168, è ragionevole credere che un festeggiamento come quello avvenuto oggi, in tutti questi anni, sia una novità assoluta.
L’emergenza sanitaria dovuta all’infezione da Coronavirus, infatti, ha sconvolto anche il cerimoniale previsto per questa importante celebrazione, con la Polizia di Stato, da sempre impegnata nella difesa dei cittadini italiani, costretta dalle circostanze a prendere la decisione di difendere la salute pubblica anche in occasione del suo 168° compleanno, ridimensionandone la grandezza e la messa in atto fisica, ma non la sua importanza simbolica.
“Ci sarebbe piaciuto celebrare il 168° anniversario della fondazione della Polizia di Stato – scrive nel suo messaggio ufficiale il Capo della polizia e direttore generale di pubblica sicurezza Franco Gabrielli – con un altro spirito e con altre modalità. Avremmo voluto festeggiarlo nelle piazze delle nostre città, tra i nostri concittadini che sono, come dico spesso, la ragione stessa della nostra presenza”. Le circostanze attuali, purtroppo, non lo permettono, ma tutto il corpo di polizia non s’è lasciato demoralizzare dall’emergenza, ed è stato presente, seppur in forma simbolica, alla celebrazione. “Proprio la salvaguardia della salute delle nostre comunità e di noi stessi – prosegue Gabrielli – impone quest’anno di celebrare l’anniversario della nostra fondazione unicamente in forma simbolica, con la sola deposizione di una corona in memoria dei nostri caduti, che hanno sacrificato la vita per la sicurezza della nostra collettività”.
Una corona deposta in memoria dei caduti, quindi: è tutto ciò che basta per far capire fino in fondo non soltanto l’estrema delicatezza del momento, ma anche la reazione di tutti alle tantissime perdite subite. Stamattina, il prefetto di Napoli Marco Valentini e il questore Alessandro Giuliano hanno, dunque, deposto una corona d’alloro presso l’altare dei caduti della Polizia di Stato all’entrata della Questura di Napoli in via Diaz. A Caserta, il questore Antonio Borrelli e il prefetto Raffaele Ruberto hanno fatto lo stesso, alla presenza anche di una rappresentanza di funzionari e operatori della Questura di Caserta, dinanzi alla lapide commemorativa delle donne e degli uomini della Polizia di Stato caduti nell’adempimento del dovere. A Salerno, infine, Il questore della provincia Maurizio Ficarra, assieme al prefetto Francesco Russo, ha deposto davanti alla lapide ai caduti della Polizia di Stato una corona in ricordo delle tante donne e uomini in uniforme.
“Esserci sempre”: oggi, il motto che caratterizza, ormai da qualche anno, la Polizia di Stato assume tutto un altro significato. Pagine e pagine di informazione sono state scritte sul grave momento che l’Italia e tutto il mondo stanno attraversando. Se, da qualche giorno, si vede un barlume di miglioramento e si sente più concreta la speranza di uscire da quest’emergenza, è anche grazie all’impegno costante degli agenti della Polizia, più che mai presenti al fianco dei cittadini, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più deboli, per garantirne la sicurezza e assicurare loro tutto il soccorso possibile, in modo da tenere fede all’ideale di esserci sempre.
Nell’ambito della totale trasparenza delle operazioni della Polizia di Stato, le tre Questure di Napoli, Caserta e Salerno forniscono i dati principali relativi al lavoro solto nel corso dell’ultimo anno. Nel solo capoluogo campano sono stati impiegati 41.489 equipaggi, che hanno effettuato quasi diecimila denunce e duemila arresti. I dati della Questura di Caserta, invece, parlano di 3.368 denunciati all’autorità giudiziaria e più di 1200 arrestati, ripartiti tra 562 arresti d’iniziativa e 707 arresti in esecuzione. La Questura di Salerno, infine, fa sapere che sono 232 le persone arrestate nell’ultimo anno e 753 quelle denunciate.