È stato pubblicato, in Gazzetta Ufficiale del 26 ottobre 2022, il decreto attuativo del bonus da 800 euro, destinato ai genitori separati o divorziati che, definisce regole e requisiti per fare domanda. La misura è pensata per aiutare padri e madri, non più in coppia e che sono in stato di bisogno, a provvedere al proprio mantenimento e a quello dei figli.
Per accedere al bonus è necessario avere un reddito inferiore o uguale a 8.174 euro nell’anno in cui si chiede il sostegno. Inoltre, il richiedente deve dimostrare di aver subito una riduzione o una sospensione dell’attività lavorativa a partire dall’8 marzo 2020 di almeno 90 giorni. Altrimenti si deve dimostrare di aver avuto un calo del reddito di almeno il 30% tra il 2019 e il 2020. Inoltre, il bonus sarà erogato esclusivamente ai genitori che, tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022, non hanno ricevuto l’assegno di mantenimento o lo hanno ricevuto solo parzialmente.
Possono ricevere il bonus sia i padri che le madri separati, l’importante è che il richiedente rispetti i criteri per riceverlo. La cifra verrà erogata mensilmente a ogni richiedente e può arrivare a 800 euro al mese per un totale di 9.600 euro all’anno. Il contributo ha una durata di un anno e sarà erogato anche ai genitori separati di figli maggiorenni portatori di handicap grave. Per la misura il governo ha stanziato 10 milioni di euro; il bonus verrà quindi erogato in base alla disponibilità del fondo e al numero dei richiedenti, fino all’esaurimento delle risorse
I dettagli per presentare la domanda saranno consultabili sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia. Per ottenere l’assegnazione, l’interessato o interessata dovrà presentare una domanda che include l’importo dell’assegno di mantenimento e delle somme non pagate. Le modalità per effettuare la richiesta saranno definite con un avviso ad hoc, pubblicato nei prossimi giorni.Una correzione nella versione finale ha riguardato la platea dei potenziali destinatari del bonus: inizialmente era scritto che ha diritto al contributo chi, causa pandemia, ha dovuto ridurre, cessare o sospendere l’attività lavorativa. Detta formulazione è stata così superata perché considerata troppo vaga e generica per diventare una norma vera e propria.